THE STORY
Massimo Osti (1944 - 2005)

Massimo Osti è approdato nel mondo della moda come graphic designer e non come stilista classico. Si è avvicinato al suo lavoro come progettista e comunicatore.

I suoi strumenti di lavoro più frequenti consistevano in un piccolo taccuino nero, sul quale annotava ogni idea, e in una fotocopiatrice, grazie alla quale copiava, tagliava e incollava pezzi di capi d'abbigliamento l'uno sull'altro. È così che prendevano forma tutte le sue creazioni e visioni. Scopri di più

‘Innovazione, ricerca, sperimentazione, denominatori comuni del lavoro di un designer che ha creato uno stile unico ed ha cambiato le regole della moda percorrendo strade sconosciute nell’allora classico mondo del tessuto, inventandosi miscele avveniristiche e scoprendo per primo i materiali di “oggi”.’ - Franca Sozzani
‘Massimo Osti è stato il geniale interprete di quel know-how creativo che è alla base dell'unicità del Made in Italy. In lui confluivano tutte le esigenze e le capacità presenti lungo la filiera tessile. La sua filosofia professionale e le sue innovazioni tecnologiche hanno aperto nuove strade nel mondo della moda e gli sono valse il riconoscimento di “uomo più influente della moda maschile negli anni '90” da parte di Arena Homme Plus.’ - Paolo Zegna
Un talk su Massimo Osti con...

Cinque delle figure più importanti nel panorama fashion mondiale raccontano l'influenza del designer italiano nel corso delle rispettive carriere.


#1Eugene RabkinEugene Rabkin, fondatore del media fashion StyleZeitgeist, ricorda di aver scoperto il lavoro di Massimo Osti accidentalmente. Da allora, ogni suo progetto si è rivelato una scoperta continua.


#2Gareth SkewisL'influenza di Massimo Osti sullo sportswear moderno, grazie alle sue innovazioni di product design e processi all'avanguardia, rimane ancora oggi una forza trainante. In questa intervista, Gareth Skewis, co-fondatore di PALACE Skateboards, racconta l'importanza del lavoro di Osti sul brand e sulla sua persona.


#3David FischerDavid Fischer, fondatore del media e creative agency HIGHSNOBIETY, ripercorre la visione futuristica di Massimo Osti negli anni '80 e '90, capace di anticipare le tendenze attuali.


#4Nick SullivanIntervistato nel suo studio di New York, Nick Sullivan, direttore creativo della rivista Esquire, descrive il lavoro di Massimo Osti come una svolta nella moda maschile contemporanea, grazie a maniacale ricerca sui tessuti, autenticità del design e la creazione di "uniformi studiate nel minimo dettaglio con una lunga storia".


#5Errolson HughIl metodo di Massimo Osti di fotocopiare, incollare assieme capi diversi e assemblarli in prototipi ibridi innovativi ha influenzato particolarmente Errolson Hugh, fondatore e CEO di ACRONYM®.